network

Disastro Capo Gallo, vent’anni dopo: a Gioia nessuna commemorazione ​

 

​ 

​ 

Le vittime che Gioia ha pianto sono nel disastro aereo Atr72 di Capo Gallo avvenuto il 6 agosto di 20 anni fa Maria Grazia Berenato 23 anni, Antonella Capurso 22 anni e Francesco Scarnera 25 anni.

A Gioia nessuna commemorazione istituzionale ha celebrato la ricorrenza, nonostante nel Giardino Antonio Donvito, ex Paolo VI sia stato dedicato loro un monumento dove poteva essere organizzato un momento commemorativo a differenza di Bari, dove ha avuto luogo un momento di preghiera accompagnato dalla musica per non dimenticare le 16 vittime della tragedia di Capo Gallo.

La cerimonia è stata organizzata dall’associazione Disastro aereo di Capo Gallo con la collaborazione e il patrocinio di Città di Bari, Regione Puglia e Aeroporti di Puglia. Un primo momento commemorativo si è tenuto nella parrocchia di San Sabino, dove il parroco Bernardino Palmieri ha celebrato una messa accompagnata dalla voce della soprano Anna Ebel e dall’organo di Annarosa Partipilo. A seguire nel parco di Punta Perotti, presso la stele ‘sulle ali della memoria’ che ricorda le vittime dell’incidente, si è svolto un momento di ricordo con gli interventi della presidente dell’associazione Disastro aereo di Capo Gallo, Rosanna Baldacci, del sindaco di Bari, Vito Leccese, del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, del presidente di Aeroporti di Puglia, Antonio Maria Vasile, e del regista Andrea Defronzo.

Al termine della commemorazione, è stata scoperta una targa donata da Aeroporti di Puglia.

I nomi delle vittime

Nel disastro aereo di Capo Gallo persero la vita 16 persone: Chiara Aquaro (4 anni), Elisabetta Aquaro (44 anni), Carmela Amoruso (53 anni), Barbara Baldacci (23 anni), Maria Grazia Berenato (23 anni), Francesco Cafagno (23 anni), Antonella Capurso (22 anni), Paola Di Ciaula (27 anni), Raffele Ditano (35 anni), Enrico Fallacara (39 anni), Annamaria Palmisano (53 anni), Isabella Ruta (31 anni), Rosa Santoro (46 anni), Giuseppe Scamera (25 anni) e due dei componenti dell’equipaggio dell’Atr 72: Moez Bouguerra e Harbaoui Chokri.

L’ATR 72 della Compagnia aerea ex Tuninter, partito da Bari e diretto a Djerba in Tunisia, precipitò nelle acque antistanti la costa siciliana spaccandosi rovinosamente in tre parti.

Nel processo di I° grado si apprese che alla vigilia della partenza fu sostituito un errato indicatore di livello di carburante, quello di un ATR 42, quindi di un aereo più piccolo, che segnava 1800 litri quando, invece, il carburante era a zero.

In seguito all’incidente, l’Agenzia Nazionale della Sicurezza del Volo aprì un’inchiesta; le indagini durarono due anni.

Il processo di 1° si concluse con la condanna dei responsabili, compresi il Direttore tecnico e il Direttore amministrativo della ex Tuninter oggi Sevenair, ed è in corso il processo d’appello.

In ricordo dei tre ragazzi riproponiamo lo stralcio di un articolo a firma di Ilaria Ficarella scritto il 9 agosto del 2005.

 

LI RICORDEREMO CON UN SORRISO

 “Le manifestazioni dell’ estate gioiese verranno cancellate e il silenzio accompagnerà le bare lungo l’ ultimo viaggio. Erano giovani che tutto il paese conosceva. Francesco aveva 25 anni. I suoi genitori sono titolari di una libreria che si trova in pieno centro a Gioia, ma lui aveva deciso di rincorrere un sogno. Era entrato in Aeronautica come volontario in ferma provvisoria con l’ intenzione di intraprendere la carriera militare. In paese era molto conosciuto, considerato un ragazzo allegro, amico di tutti, corteggiato dalle ragazze. Ma lui ne aveva scelta una: Antonella, che di anni ne aveva 22. Antonella Capurso lavorava come dipendente di un’ azienda che produce manufatti in pietra. Era bella Antonella, una sportiva: aveva militato anche nella squadra locale di pallavolo femminile, la New Volley Gioia. Francesco e Antonella stavano insieme da un po’. La loro storia è anche quella di un’amicizia: quella con Salvatore Cetola e Grazia Berenato. I quattro si frequentavano da sempre. Grazia è la terza vittima gioiese di quel tragico incidente. Aveva anche lei 22 anni e lavorava nell’agenzia locale di Alleanza Assicurazioni. Era una ragazza tranquilla, il cui unico vero chiodo fisso era quell’ amore per Salvatore, il ragazzo con cui voleva sposarsi. Insieme con loro sarebbe dovuta partire una terza coppia. Dovevano essere in sei i ragazzi gioiesi a bordo di quell’Atr72. Avevano discusso a lungo su quale fosse il luogo migliore per trascorrere quella vacanza tanto attesa. E alla fine avevano scelto proprio Djerba. Ma prima di prenotare il viaggio, la terza coppia si è tirata indietro: lui aveva presentato domanda per entrare nei Carabinieri e proprio in quei giorni era giunta la risposta dall’Arma: aveva superato il concorso. Per questo, il viaggio era stato cancellato e a partire, alla fine, sono stati solo Salvatore e Grazia, Antonella e Francesco. Salvatore è l’unico dei quattro a essere uscito vivo da quell’aereo. Ha salvato le vite di tanti altri passeggeri, ma ora all’ospedale “Villa Sofia” di Palermo dov’è ricoverato continua a ripensare all’attimo in cui ha perso di vista la sua Grazia. Ieri, i corpi delle tre vittime sono tornati a casa. La bara di Antonella Capurso, figlia di un sottufficiale dei Carabinieri, è stata portata a spalla da due militari in alta uniforme[…]”.

 

 

​   

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *