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L’antico Teatro comunale di Turi

di Stefano de Carolis

Nel 1881 il nostro paese si era dotato di un teatro comunale, rimasto in esercizio sino alla fine degli anni ’30 del Novecento. La struttura era ubicata nel Palazzo Municipale di via XX Settembre, precisamente nei locali posti vicino alla chiesa di San Domenico, oggi occupati dall’Ufficio Anagrafe.

Verso la fine dell’800 nell’intera provincia di Bari erano in attività una cinquantina di teatri comunali; quello instaurato a Turi non era molto grande, ma era provvisto di dieci ‘quinte sceniche’ e aveva una capienza massima di duecento persone. La sua attività artistica era classificata di ‘terzo ordine’: non male per un paese che contava circa settemila anime.

“Scuola di morale e di educazione”

Il teatro era un contenitore culturale ritenuto strategico e di notevole valore per l’intera comunità turese; infatti, con una delibera consiliare del 1880, gli attenti amministratori comunali affidarono all’architetto Sante Simone il compito di progettare una sala teatrale: «Essendo desiderio dei cittadini che il comune intervenisse nel proseguimento dell’opera cominciata, tanto da potersi mettere con decenza e in stato da servirsi allo scopo cui è destinato, fu fatto elevare dall’architetto Sante Simone un progetto, ché in generale è da riconoscersi la utilità che arreca il teatro alla Società come scuola di morale e di educazione».
«Sapendosi poi che in questo comune si è sempre addimostrato un grande interesse da ogni ceto di persone, ogni qualvolta sono venute delle compagnie drammatiche, così è d’uopo che l’opera incominciata dai cittadini venga proseguita dal comune, tanto più ora che, essendo imminente l’apertura della casa penale e dovendo venire nel comune impiegati ufficiali, guardie e soldati, questi trovino già fatto nel comune un teatrino da servire le compagnie drammatiche come qualunque altra pubblica riunione […]».

Alfio Tomaselli, part.di affesco, Turi palazzo privato

Dal progetto di Sante Simone alle decorazioni del maestro Tomaselli

A seguito del progetto di riqualificazione dei locali comunali a firma dell’architetto Sante Simone, nell’aprile 1881, la giunta deliberò i lavori suppletivi da eseguirsi al teatro comunale di Turi, che consistevano nel completamento del palcoscenico e nella decorazione della volta e delle pareti della sala.  
L’artista che si occupò di rendere bello e attraente il teatro turese fu il maestro Alfio Tomaselli, un interessante pittore e affrescatore di origini catanesi, amico e genero dell’architetto Sante Simone. L’artista, a fronte di un corrispettivo di 400 lire, affrescò ad arte la volta con motivi floreali e medaglioni con figure allegoriche, mentre le pareti della sala furono decorate a riquadri. Il centro dell’arcoscenico (il grande arco fra il palcoscenico e la sala) fu dipinto in oro zecchino e sul sipario venne riprodotto lo stemma del Comune. Decorò anche le dieci quinte sceniche.

Un impegno per il futuro del Paese

Considerando il valore storico-artistico degli affreschi e delle decorazioni, l’auspicio è che gli amministratori locali si attivino, con l’ausilio delle maestranze specializzate, per eseguire i necessari saggi sull’intonaco delle pareti e della volta dell’ex teatro comunale di Turi. Con un po’ di fortuna, i locali oggi anonimi potrebbero ritornare ad essere un importante contenitore d’arte e cultura. 

Alfio Tommaselli

Alfio Tomaselli nacque a Catania nel 1846; nel 1875 si trasferì in Puglia, operando in tutta la provincia di Bari. Nel 1890 stabilì la sua residenza nella città di Conversano, dove sposò Anna Simone, figlia del suo amico architetto Sante Simone. Morì a Conversano nel 1915.

Fu amico fraterno del famoso pittore siciliano, Giuseppe Sciuti, col quale collaborò in diverse opere pittoriche di decorazione: basti ricordare il Palazzo della Provincia di Sassari.
Agli inizi del suo percorso artistico ricevette l’incarico di realizzare le decorazioni del soffitto della Cattedrale di Conversano, purtroppo andate distrutte con l’incendio che scoppiò nel 1911.

Tomaselli in poco tempo divenne un decoratore molto ricercato, esprimendo la sua abilità in apprezzate opere all’interno di lussuose ville e palazzi nobiliari dell’intera provincia di Bari. Dei tanti lavori lasciati in eredità dal maestro, vale la pena citare il Palazzo Cioffrese e Gentile di Bitonto; i Palazzi Scattone, Accolti Gil e Giustiniani di Conversano; varie ville e palazzi di Castellana Grotte. A Turi, oltre al teatro comunale, decorò anche la volta di un palazzo nobiliare del centro.   

Il maestro Tomaselli ben presto si circondò di un gruppo di artisti pugliesi, che operarono accanto a lui e che saranno attivi fino negli anni Trenta. Fra questi ricordiamo Pietro Sportelli, Benedetto Romita, oltre ad un suo stretto collaboratore, tale Vito Cassano, che lavorò alla realizzazione delle decorazioni del teatro di Turi.

Accanto alle fini decorazioni, Tomaselli brilla anche per la sua produzione artistica da cavalletto, consistente in ritratti, paesaggi campestri e marini di Puglia (in particolare le marine vicine a Conversano).

Alfio Tommaselli

Anna Simone, figlia di Sante Simone e moglie di Tommaselli
 

 

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