“ABCinema con Ricciotto” con Sergio Recchia e gli alunni della “Losapio-SF Neri”
È a firma del regista Sergio Recchia il cortometraggio “ABCinema con Ricciotto” – musicato dal M° Roberto Re David ed interpretato dagli alunni dell’I.C. Losapio – S. Filippo Neri diretto dal professor Vincenzo Stea, un progetto cinematografico sul tema dell’inclusione finanziato dal Ministero della Cultura e dell’Istruzione che il 3 luglio verrà presentato alla comunità scolastica ed alla città.
Un percorso iniziato ad ottobre che ha visto giovanissimi studenti mettersi in gioco, scoprire e praticare il linguaggio del Cinema.
“Un linguaggio, l’audiovisivo – a detta del regista Sergio recchia -, che tutti dovremmo saper filtrare. Si è guardato, ragionato, osservato, compreso… e poi realizzata insieme una storia per immagini nell’avvincente sfida del realismo recitativo. Tutto ciò all’insegna di collaborazione ed inclusione, senza lasciare indietro chi ha meno possibilità. Il carro ha camminato, le stelle hanno brillato, il cerchio si è chiuso, talenti sono sbocciati e amicizie germogliate. Siamo orgogliosi del viaggio di questi ragazzi, adesso consci che tante paure non hanno senso di esistere e più fiduciosi nella creatività, energia e le infinite possibilità di ognuno.
A questa età hanno bisogno di fiducia, responsabilità per liberare ed esprimere, per un mezzo divertente, quel potenziale… utile a capire o scoprire nuovi lati della propria identità.
Nutriamo la speranza che questa esperienza, col lavoro e il rispetto di gruppo che il produrre cinema necessita a qualsiasi livello, insieme con quella percezione critica audiovisiva, contribuisca a renderli cittadini più empatici, consapevoli, completi.
Abbiamo rivolto al regista alcune domande sul progetto e sul percorso intrapreso.
-Come è nato questo progetto?
“Con il dirigente, professor Vincenzo Stea – in virtù della mia passione nel tramandare la tradizione del cinema -, abbiamo partecipato al bando Cips del Ministero dell’Istruzione e del Merito Ministero della Cultura, con svariati partner: Università della Terza Età, Comune di Gioia del Colle, Apulia Film Commission Puglia Culture, Pro Loco ”Antonio Donvito”, AFC, l’associazione Canudiani e Little Stone Films.”
-Per quanto tempo ti ha impegnato e quanti studenti (di che età o classi) ha coinvolto?
“Il Progetto ha avuto inizio ad ottobre con visioni ed esercitazioni filmate con tutti in vari ruoli, poi si è scritta la sceneggiatura per sfociare a maggio nelle riprese. Sono stati coinvolti principalmente studenti tra i 10 e i 13 anni suddivisi in due gruppi di lavoro completamente trasversali alle classi, questo ha permesso di creare nuove connessioni e amicizie. Sono stati coinvolti in esercitazioni filmiche circa una quarantina di ragazzi.”
-La scelta del tema dell’inclusione è da sempre vincente, i ragazzi come la vivono nella realtà e sul set?
“C’è un concetto / una parola in cui la mancanza di giudizio e purezza dei giovani sfociano: osmosi. Direi che esiste una vera integrazione nell’azione. Ovvero che non ci sarebbe bisogno di parlare di integrazione se non l’apprendessero dal mondo degli adulti crescendo. I giovani si interconnettono come cellule che si abbracciano in maniera del tutto naturale. Questo vale sia per la realtà che per le prove e il set che anzi costringe al movimento sincrono in gruppo. Un po’ come fa la musica di Roberto Re David per il film…”
-Quali obiettivi ti sei posto? Li hai raggiunti?
“Trasferire la mia passione per il racconto narrativo visivo, rendere i ragazzi critici e consapevoli del linguaggio audiovisivo che tutti “subiamo” giornalmente, generare in loro dei ricordi ed esperienze extra scolastiche uniche e indelebili, che possano lasciare il segno nella loro vita. Per dirne una, realizzando un film si apprende il rispetto e la puntualità di gruppo. Ci si responsabilizza perché produrre un piccolo film richiede una organizzazione complessa: costringe a praticare la disciplina pur essendo un processo artistico… è un salto mortale ma posso dire di essere riuscito in tutto questo.”
-L’istituto in questo progetto come ti è stato vicino?
“Sì, molto, concedendomi la massima flessibilità di cui c’è davvero bisogno in questo tipo di progetti. Anche fiducia e ciò genera quella libertà necessaria a creare, a fidarsi della creatività. Un atto davvero meraviglioso.”
-Ci racconti un momento del set?
“Avendo coinvolto anche Enzo Diana dell’UTE (anch’essa partner di progetto), mi ha commosso l’amicizia e la magia nata tra lui e la giovanissima protagonista. E il dono di Enzo di una poesia legata alle scene girate insieme. Del resto, unire le persone è la vera missione di un regista nel ruolo di animatore sociale.”
-Progetti per il futuro…
“Una sceneggiatura ed un nuovo regalo in termini di esperienze da portare ai giovani di provincia.”