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Avvisi bonari dell’Agenzia delle Entrate: cosa fare? ​

 

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A cura del Dott. Massimo Arganese

Quando un contribuente riceve un avviso bonario, è importante agire rapidamente per regolarizzare la propria posizione o contestare eventuali errori.

Dal 1° gennaio 2025 i contribuenti hanno più tempo per definire gli avvisi bonari derivanti dalla liquidazione automatica delle dichiarazioni e dal controllo formale delle comunicazioni elaborate dal 1° gennaio. Questo cambiamento, introdotto dal Decreto Legislativo n. 108 del 5 agosto 2024, offre un’estensione dei termini, con importanti implicazioni per il pagamento delle somme dovute dal debitore/contribuente.

Ricordiamo che gli avvisi bonari sono comunicazioni inviate dall’Agenzia delle Entrate per correggere eventuali errori nelle dichiarazioni fiscali. Essi derivano da:

  • controllo automatizzato delle dichiarazioni (art. 36-bis DPR 600/73 e art. 54-bis DPR 633/72 IVA)
  • controllo formale delle dichiarazioni (art. 36-ter DPR 600/73)

Fino al 31 dicembre 2024, il termine per il pagamento delle somme dovute a seguito di tali comunicazioni era fissato a 30 giorni dalla ricezione dell’avviso. A partire dalle comunicazioni elaborate dal 1° gennaio 2025, tale termine è stato prolungato a 60 giorni, consentendo ai contribuenti maggior tempo per regolarizzare la propria posizione fiscale; In caso di invio telematico all’intermediario, come il commercialista e/o consulente del lavoro, il termine è esteso a 90 giorni.

La modifica normativa estende anche il termine per il pagamento rateale. Se il contribuente opta per il pagamento in rate (fino a 20 rate trimestrali di pari importo), la scadenza per il versamento della prima rata sarà anch’essa prorogata da 30 a 60 giorni dalla ricezione dell’avviso bonario, in pratica in caso di scelta di rateizzazione, il pagamento della prima rata non dovrà più avvenire entro 30 giorni dalla comunicazione dell’irregolarità, ma entro 60 giorni dal 2025.

Un altro importante cambiamento riguarda la riduzione delle sanzioni per il pagamento delle somme dovute. A partire dal 1° gennaio 2025, le sanzioni per le violazioni fiscali sono ridotte come segue:

  1. per i controlli automatici: 10% per le violazioni commesse fino al 31 agosto 2024 e 8,33% per le violazioni commesse dal 1° settembre 2024
  2. per i controlli formali delle dichiarazioni: 20% per le violazioni commesse fino al 31 agosto 2024 e 16,67% per le violazioni commesse dal 1° settembre 2024.

Queste riduzioni si applicano se il pagamento delle somme o della prima rata avviene entro i 60 giorni dalla comunicazione.

Inoltre, le comunicazioni di irregolarità sono sospese nei seguenti periodi dal 1° agosto al 31 agosto e dal 1° dicembre al 31 dicembre di ogni anno.

Sempre in base alle modifiche normative, i contribuenti hanno ora 60 giorni (e non più 30 giorni) per fornire eventuali chiarimenti o integrazioni in risposta alla comunicazione bonaria, fornendo documentazione e chiarimenti che dimostrino la correttezza della dichiarazione. Questo contraddittorio potrebbe portare all’annullamento o alla riduzione delle somme richieste.

Rimane invariato il termine di 30 giorni per il pagamento delle imposte derivanti dalla liquidazione dei redditi soggetti a tassazione separata. In questi casi, infatti, l’imposta è liquidata direttamente dall’ufficio senza l’applicazione di sanzioni, a condizione che il pagamento avvenga entro i 30 giorni successivi.

In conclusione

Dal 1° gennaio 2025, i contribuenti beneficeranno di un maggiore periodo di tempo per definire gli avvisi bonari, con la possibilità di ridurre le sanzioni in misura significativa se il pagamento avviene entro 60 giorni dalla ricezione della comunicazione. Le modifiche riguardano anche la possibilità di rateizzazione, i chiarimenti fiscali e la sospensione dei termini durante determinati periodi dell’anno.

Per evitare incorrere in sanzioni aggiuntive, i contribuenti dovranno monitorare attentamente le scadenze e sfruttare le opportunità offerte dalla nuova normativa e per evitare successive e infelici comunicazioni dall’Agenzia dell’Entrate e RISCOSSIONE che sicuramente sono meno benevoli dell’avviso bonario.

Dott. Massimo Arganese

Studio Arganese & Partners

 

 

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